Ciao, sono l’ANIMA di Riccardo e voglio raccontarvi come è nata la sua passione per l’animazione e credo che io sia l’unica a potervi raccontare alcuni retroscena, vivendo sempre con lui, anzi dentro di lui.
E’ proprio vero che “animatore si nasce, non si diventa” e allora facciamo un passo indietro per capire meglio.
Fin da piccolo Riccardo aveva in se la vena dell’intrattenitore, infatti dopo la trasmissione Rischiatutto di Mike Bongiorno, faceva rimanere i suoi genitori e fratelli seduti per presentare il suo quiz, con tanto di domande e premi (un ringraziamento ai suoi familiari che lo hanno sempre sostenuto, supportato e sopportato).

Crescendo Riccardo ha scoperto di avere un’attitudine all’organizzazione e soprattutto a realizzare ciò che aveva in mente. Quindi una semplice partita a calcio tra amici diventava un torneo, una scenetta diventava uno spettacolo, un semplice gioco diventava una vera e propria festa.
Non c’è stato nulla da fare, tante sono state le proposte di lavoro che ha ricevuto, ma lui ha scelto di continuare a fare e soprattutto ad essere quello che è sempre stato: “un animatore”.

Ciao, sono l’ANIMA di Riccardo e voglio raccontarvi come è nata la sua passione per l’animazione e credo che io sia l’unica a potervi raccontare alcuni retroscena, vivendo sempre con lui, anzi dentro di lui.
E’ proprio vero che “animatore si nasce, non si diventa” e allora facciamo un passo indietro per capire meglio.
Fin da piccolo Riccardo aveva in se la vena dell’intrattenitore, infatti dopo la trasmissione Rischiatutto di Mike Bongiorno, faceva rimanere i suoi genitori e fratelli seduti per presentare il suo quiz, con tanto di domande e premi (un ringraziamento ai suoi familiari che lo hanno sempre sostenuto, supportato e sopportato).

Crescendo Riccardo ha scoperto di avere un’attitudine all’organizzazione e soprattutto a realizzare ciò che aveva in mente. Quindi una semplice partita a calcio tra amici diventava un torneo, una scenetta diventava uno spettacolo, un semplice gioco diventava una vera e propria festa.
Non c’è stato nulla da fare, tante sono state le proposte di lavoro che ha ricevuto, ma lui ha scelto di continuare a fare e soprattutto ad essere quello che è sempre stato: “un animatore”.

Quando e come è diventato un lavoro?
Quando nel 1992 fu chiamato da un conoscente per organizzare qualche gioco in occasione del compleanno del figlio, essendo Riccardo già conosciuto come animatore nella parrocchia, dove organizzava tornei, spettacoli e lavori di gruppo, per coinvolgere i ragazzi del suo quartiere.
Mi ricordo che fu una bella festa, ricca di giochi camprestri tradizionali, con bambini e genitori contentissimi, anche perché era una assoluta novità.
Riccardo andò a questa festa a titolo gratuito, ma proprio in quella occasione capì che, con le dovute modifiche , questo hobby poteva diventare un vero e proprio lavoro.

Per capire meglio vi racconto un’altra pietra miliare del percorso di Riccardo:
Parliamo di carnevale del 1992, quando Riccardo andò ad un centro sportivo per proporre di organizzare una festa di carnevale per i bambini iscritti ai vari corsi. Il proprietario inizialmente rimase perplesso da questa nuova proposta, ma fu d’accordo a provare.
Quel giorno ebbero poche conferme, quindi erano attesi solo 15 bambini circa, quindi Riccardo e suo cugino Cristiano si presentarono con qualche gioco campestre che aveva funzionato nelle prime feste di compleanno, mascherati da cow boy.

Il giorno della festa si trovarono davanti 200 bambini più genitori e allora cosa fare? Dopo un attimo di panico abbinato a esplosione forzata di inventiva e creatività, Cristiano corse all’edicola più vicina ad acquistare una audio cassetta con una raccolta di canzoni dei cartoni Animati.
Cosa successe? Misero il cd e iniziò la “Calimero Dance” e allora i due cugini iniziarono a ballare e improvvisamente tutti i presenti iniziarono a ripetere le loro mosse… Fu un momento magico, empatico e soprattutto l’inizio della baby dance.
Riccardo credette subito nel progetto, fece corsi di dizione, danza contemporanea, bolle di sapone giganti, magia, stampò i primi biglietti da visita, le prime pubblicità su pagine Gialle, articoli settimanali sul giornale Porta Portese ed il decollo fu immediato.
Devo fare una confessione, Riccardo per ufficializzare la sua attività non si limitò a registrare il marchio, ma se lo tatuò anche sulla spalla destra.
Provai a dissuaderlo, ma lui non ne volle sapere, disse che era sicuro che questo sarebbe stato il suo destino per sempre.

Posso citare situazioni importanti, oltre le immancabili feste di compleanno, che ho vissuto con Riccardo fino ad oggi: il magico Natale al Ministero degli Affari Esteri, la consegna dei doni per la Kinder e Ferrero, l’immancabile appuntamento con la Befana in l’Alitalia, gli eventi presso il Cinema The Space a Parco De Medici, la festa di fine anno per la Banca d’Italia e tante spettacolari iniziative per illustri punti vendita e feste in piazza in numerosi Paesi del Lazio.

Essere animatore o fare l’animatore?
A parte la tecnica, l’inventare nuovi giochi, la scenografia, ideare nuove tipologie di feste, la cosa più importante rimane sempre la voglia far divertire bambini e genitori, prendersi cura di loro durante quel tempo che ci è concesso.
Dove si vede la differenza tra chi è veramente animatore o chi lo fa per convenienza? Quando a fine festa hai fatto i palloncini modellabili a tutti i bambini e mentre stai per andare via arriva il bambino più “selvaggio e che non aveva voluto il palloncino” e ti dice “Animatore ci ho ripensato, puoi farmi una spada, scudo ed elmetto?”.

A quel punto tanti pensieri potrebbero passarti per la testa, ma ovviamente un vero animatore, con un sorriso smagliante, farà il palloncino al bambino.
Tanti genitori dicono a Riccardo che ha tanta pazienza, ma lui risponde che la pazienza da sola non basta, altrimenti non potrebbe fare questo lavoro. Il trucco sta nella voglia di vedere il bambino felice e per fare questo non bisogna mollare mai “fino a quando non cala il sipario”.

Riccardo considera talmente tanto la mia presenza che mi ha addirittura evidenziata sul logo, del resto essendo la sua ANIMA non poteva che essere così, per questo lui è sempre stato e sempre sarà Riccardo l‘ANIMAtore.